Ciao cari amici di fornello, o meglio questa volta saluto la metà femminile per celebrare quella che è la giornata della donna, l’8 marzo, con il suo colore giallo, l’approssimarsi della primavera e il profumo delle mimose. Una giornata di cui bisognerebbe, più che festeggiare, ricordare la forza e la determinazione delle donne nella vita di tutti giorni, la loro tenacia, ma anche pensare ad una coccola per le donne che ci accompagnano, una mamma, una sorella, un’amica, una moglie o una fidanzata. Certo questa giornata nasce dall’ idea di sensibilizzare la società verso la situazione delle donne, tanto che la prima volta venne celebrata a febbraio del 1909 negli USA, poi a marzo 1922 in Italia, ma è solo successivamente e dopo varie tappe che nel 1977 si decise per l’8 marzo come giornata dove si celebrano i diritti delle Donne a livello internazionale. In Italia inoltre la mimosa è il simbolo di questa festa, anche in ragione del fatto che fiorisce proprio in questo periodo e si tratta di un fiore che si trova anche nei campi e che quindi può essere raccolto anche in passeggiata per essere donato alla donna che ci accompagna. Proprio pensando a questo fiore voglio proporvi una ricetta golosa tutta in giallo, che ha un po’ più di passaggi rispetto al solito ma vedrete il risultato. MUFFIN MIMOSA CON CREMA DI LIMONE per la crema: Per i muffin: Preparate prima la crema facendo riscaldare il latte con la scorza dei limoni che avrete sbucciato, avendo l’accortezza di evitare la parte bianca che è più amara. Mescolate a parte zucchero e farina. Quando il latte sarà caldo, rimuovete la scorza e versatelo a filo nelle polveri mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. Rimettete sul fuoco, aggiungete il succo di limone e girate a fuoco lento finché la crema non si sarà addensata. Mettete poi da parte con la pellicola a contatto e fate raffreddare. Prepariamo ora i muffin mescolando le uova con lo zucchero e lo zucchero vanigliato e montiamo finché il composto non diventa spumoso. Versiamo ora la fiala aroma limone continuando a mescolare e aggiungiamo le polveri, farina, fecola di patate e lievito, precedentemente setacciate. Una volta ottenuto un composto liscio riempiamo i pirottini per 2/3 e inforniamo per 20 minuti a 170 gradi. Quando pronti vanno fatti raffreddare completamente. A questo punto tagliamo con un coltello affilato la calotta dei muffin e facciamo un buco in centro con un coltello, mettendo da parte ciò che viene rimosso. Continuiamo per tutti i muffin e riempiamo poi con la crema i buchi e la superficie, ricopriamo con la calotta e copriamo tutto con altra crema. Gli “avanzi” ottenuti dal centro dei muffin andranno sbriciolati e adagiati delicatamente sopra le tortine per ottenere “ l’effetto mimosa”. Bene, ora decoriamo le tortine, io ho usato degli zuccherini colorati, ma se volete potete anche usare le gocce di cioccolato bianco. …l’angolo del vino di Daniele SANGUE DI GIUDA Questo vino classico della tradizione lombarda, Sangue di Giuda dolce frizzante, prodotto esclusivamente nell'Oltrepò Pavese, è ottenuto da uve di vitigni tipici di questa regione quali Barbera, Croatina e Pinot nero, di colore rosso porpora acceso con spuma cremosa di media persistenza e profumo Intenso. Esprime il meglio di sé se gustato in compagnia di formaggi secchi piccanti o meglio ancora con dolci a base di creme. La temperatura di servizio ideale è di 12°C in calice piccolo in grado di concentrare i profumi al naso. Qual è l'origine del nome Sangue di Giuda? Secondo quanto si racconta, pare che Giuda, dopo la sua morte, si fosse pentito del tradimento nei confronti di Gesù, a cui chiese perdono. Per ottenerlo, Gesù resuscitò Giuda, chiedendogli di scendere sulla Terra per riscattarsi, compiendo opere di bene nei confronti del prossimo. Giuda si trovò, per un breve periodo di tempo, in provincia di Pavia, nello specifico nel comune di Broni, uno dei più vocati dell'Oltrepò Pavese, alle prese con una grave malattia della vite che rischiava di mettere a repentaglio l'intera produzione di vino, fonte di sostentamento delle popolazioni locali. Gli abitanti di Broni, una volta riconosciuto Giuda, tentarono di ucciderlo, ma egli si salvò grazie a una misteriosa trovata con cui riuscì a debellare la malattia della vite che aveva colpito i vigneti dell'Oltrepò Pavese. In segno di ringraziamento, i viticoltori gli dedicarono il nome del loro vino dolce rosso.